Vorrei prendermi cura di me soprattutto seguendo le mie passioni: leggere dei buoni libri e scrivere.
Purtroppo però la sera arrivo a casa stanco e, giustamente, dopo buona parte della giornata passata fuori, la famiglia richiede presenza, partecipazione e attenzione. E quindi alla fine è molto raro che riesca a fare ciò che mi piace e di cui sento il bisogno. Mi trovo a leggere a letto prima di dormire, ma spesso gli occhi si chiudono prima della fine del paragrafo. Il tempo per scrivere, poi, non lo trovo quasi più: e allora butto giù di getto quello che mi passa per la testa senza neanche rileggerlo, giusto per la soddisfazione di mettere tre pensieri in fila.
A voler essere sinceri, però, non ho cura di me solo per mancanza di tempo, ma anche perché, vuoi per stanchezza, per pigrizia o per chissà cosa, quando ho mezz’ora libera mi trovo a giocare o a navigare con il telefono. E puntualmente a trovarmi frustrato e deluso quando mi rendo conto di essermi bruciato quei pochi minuti che avrei potuto dedicare a me stesso.
Non prendendomi cura di me con le cose che amo fare, poi, spesso reagisco concentrando l’attenzione su di me solo attivando il campanello di allarme per i miei malanni, che sono tanti ma tutti, almeno al momento, di lieve entità.
Un quadro triste e desolante, quindi? Io alla fine direi proprio di no. Perché è vero che mi manca il tempo per leggere e scrivere e che quel poco che ho la dedico ad attività inutili delle quali dopo mi pento. Ma è anche vero che ho poco tempo perché faccio un lavoro che amo e perché stare con la mia famiglia, dopotutto, è il miglior balsamo e la miglior cura possibili.
Anche stavolta finisco queste righe senza avere il tempo per rileggerle, ma felice e soddisfatto per aver trovato quello per scriverle.