Caldo. Attesa. Venticello, caldo anche quello. Un signore con una maglietta rossa scrive al telefono come me. Sembra anche lui in attesa di qualcuno. Due tassisti parlano fra loro, ma sembrano non aspettare nessuno. Un auto con il motore acceso, forse per non spengere l’aria condizionata. Un ragazzo straniero, forse magrebino, davanti ad una porta con sopra un’insegna: help senter. Di cosa avrà bisogno?
L’auto con il motore acceso avanza di qualche metro, si ferma di nuovo. Dietro di lei si ferma un’altra macchina: scenda una signora, l’uomo che è con lei resta in auto e finisce di fumare una sigaretta. A motore spento.
Passa una giovane coppia, discutono a passo svelto ed entrano in stazione.
Un furgone color crema si ferma davanti all’help center. Il ragazzo magrebino si alza e si mette a parlare con l’autista del furgone: caricano delle borse.
Arrivano delle turiste con i loro trolley.
La signora intanto torna alla macchina, che resta spenta.
Il signore con la maglia rossa si avvicina anche lui all’help center e si mette a parlare con i due che stanno caricando il furgone. Il ragazzo magrebino ha un piede ingessato e una stampella.
La macchina con la signora intanto riparte e va via.
I due tassisti continuano a parlare, abbastanza disinteressati a quello che gli succede attorno.
Il bar della stazione si chiama Bar Italico, chissà perché. Ha una scritta rossa su fondo bianco, al contrario di quella dell’help center che è bianca su sfondo rosso.
Una signora con un bambino piccolo attraversa la strada e per poco non viene investita da un pazzo che va in retromarcia senza guardare.
Arriva un pullman dal quale scende un altro signore magrebino che sembra parlare da solo. Urla, è molto alterato.
Ecco una mamma molto arrabbiata con i suoi figli. La rabbia mi sembra ben contraccambiata anche da loro.
Un signore anziano mi passa davanti un po’ disorientato, forse stanotte dormirà in stazione.
Mi sono distratto e non ho visto ripartire il furgone color crema, ma intanto oltre all’autista non ci sono più né il signore magrebino né quello con la maglia rossa.
Di tutti quelli che c’erano cinque minuti fa sono rimasti solo i tassisti e il magrebino che parla da solo. Loro, per motivi diversi, non hanno fretta.
Anche la mia attesa è finita. Riparto lasciando la stazione alla sua vita variegata e talvolta complessa.
