In questo suo libro del 2006 Nando Dalla Chiesa descrive le storie di sei donne, diverse per nascita, condizione familiare, esperienze precedenti, ma accomunate dalla scelta di ribellarsi al potere mafioso e di condurre una vita all’insegna della testimonianza.
Queste donne sono madri o sorelle di persone che hanno segnato la loro storia e in qualche modo anche quella del Paese. Francesca Serio, madre del sindacalista contadino Salvatore Carnevale; Felicia Impastato, madre di Peppino, il protagonista de I cento passi; Saveria Antiochia, madre di Roberto, poliziotto ucciso insieme al commissario Ninni Cassarà. E poi Michela Buscemi, sorella di due fratelli uccisi dalla mafia; Rita Atria, sorella di un giovane boss dello spaccio e poi legata da un affetto filiale con il giudice Borsellino; Rita Borsellino, sorella proprio del giudice.
I fili conduttori di questi affreschi delle sei donne sono il coraggio e l’amore che riesce a rendere forte e inscalfibile il coraggio stesso.
Storie di donne, che mentre vengono raccontate descrivono anche la situazione di un Paese, dal dopoguerra ai giorni nostri, e di una regione, la Sicilia, che non sono mai riusciti, per mancanza di volontà, negligenza, paura a togliersi di dosso i lacci che li legano al potere mafioso. Storie controcorrente, quindi, e spesso legate a delusioni e sconfitte, ma nello stesso tempo esempi che hanno saputo provocare la reazione di tante persone, che per un periodo più o meno breve, hanno provato a costruire un protagonismo e una ribellione dal basso.
Il libro di Dalla Chiesa, infine, non è solo il racconto di alcune protagoniste della lotta alla mafia, ma è anche un appello a ciascuno di noi affinchè faccia la propria parte; affinchè ognuno di noi, nel proprio piccolo mondo quotidiano, tragga esempio per ribellarsi alla sopraffazione e alla violenza che in qualche misura permeano ancora la nostra società.