Addio Lugano Bella

Il libro, edito da Einaudi, arriva dopo Campo dei Fiori e Un Galileo a Milano ed è il terzo e ultimo scritto che l’autore, Massimo Bucciantini, ha dedicato a una battaglia per la libertà. Con questa opera Bucciantini è risultato fra i vincitori del premio letterario “Pozzale Luigi Russo”.

Si tratta di un saggio avente ad oggetto principale la vita di Pietro Gori e la storia del movimento anarchico in generale. Ambientato nella seconda metà dell’Ottocento, nel descrivere la vita di Gori e il suo pellegrinare dalla Toscana a Milano e poi da Lugano all’America del Sud, per poi tornare in Toscana, all’Isola d’Elba, il libro tratteggia anche quel periodo storico e mette al centro, oltre alle vicende dell’anarchico pisano, anche le vite dei protagonisti della vita politica e sociale dell’epoca, come il presidente del consiglio Francesco Crispi o l’antropologo criminale Cesare Lombroso. I tre, seppur con ruoli diversi e per molti versi su fronti opposti, sono i protagonisti della battaglia che ha caratterizzato quel periodo storico: quella fra l’ordine costituito e l’avanzare del movimento anarchico, soprattutto nelle fasce più povere ed emerginate. In questo senso la figura di Gori appare in tutta la sua capacità attrattiva, con la grande arte oratoria, capace di coinvolgere e conquistare contadini e lavoratori. Francesco Crispi, sulla sponda opposta, viene tratteggiato come un politico di lungo corso, esperto e capace, ma determinato e inflessibile nell’escludere il movimento anarchico dal dibattito politico e nel perseguire i suoi esponenti più importanti, fra i quali appunto Gori, in virtù del loro essere, a suoi dire, ‘socialmente pericolosi’. Funzionale allo scopo di escludere gli anarchici dalle dinamiche politiche sono il lavoro e le opere di Cesare Lombroso, l’architetto di un sistema complessivo di controllo di ogni tipo di devianza, con una particolare attenzione a quella politica.

Caratterizzando questi personaggi l’autore mostra con chiarezza come il movimento anarchico sia stato perseguitato e colpito, denigrato e accusato di essere all’origine di qualsiasi violenza e sopraffazione. Una delle cose che mi ha più colpito, in questo senso, è stata come Bucciantini sia riuscito a mantenere la complessità di un saggio, e il relativo livello di approfondimento, mantenendo una modalità di scrittura coinvolgente e diretta, che, in alcuni passaggi, sia avvicina alla struttura del romanzo.

La lettura di questo libro è stata molto interessante perchè mi ha consentito di approfondire la conoscenza di un movimento che non conoscevo nei particolari e di alcuni protagonisti dell’epoca che invece, come nel caso di Lombroso, avevo conosciuto solo dai testi universitari.

Un libro da leggere, insomma, perchè, dalla sua lettura, si esce sicuramente cresciuti e più consapevoli.

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