Il buio oltre la siepe

Il mio primo ricordo de Il buio oltre la siepe risale ai tempi della scuola elementare: è quello di un libro dalla copertina rossa, classica delle pubblicazioni della casa editrice Loescher di quel periodo, che è quasi sicuramente ancora nella libreria di mia madre. Nonostante che la sua presenza mi accompagni da sempre e che sia il titolo che la copertina mi abbiano incuriosito da sempre, mi sono fermato a leggerlo soltanto in questi giorni, a distanza di qualche decennio dalla sua scoperta.

Ed è stata un’esperienza bellissima, un viaggio nell’Alabama degli anni ’30 del novecento che mi ha colpito e affascinato.

Il buio oltre la siepe è l’oscurità e il mistero che si possono solo intuire dietro il cancello dei Ridley, i misteriosi vicini di casa dei Finch, ma è soprattutto quello che Scout e Jem, i due protagonisti del romanzo, insieme a loro padre Atticus, si trovano a vivere fuori dalle mura domestiche. Un buio fatto di pre-giudizio, a causa del quale un nero accusato di violenza carnale nei confronti di una donna bianca, viene condannato prima ancora di essere processato, in virtù di uno status quo che prevede che la parola di un bianco nei confronti di un nero non possa essere messa in discussione neanche quando l’evidenza dei fatti dimostra il contrario.

Tutto il racconto della vicenda viene fatto da Scout, figlia di Atticus,  un avvocato che, suo malgrado, si trova a dover difendere l’accusato. La descrizione iniziale dei personaggi e delle vicende quotidiane della cittadina di Maycomb, nel profondo sud degli Stati Uniti, non sono staccate dalla vicenda principale, che si dipana più tardi, ma costituisce la premessa per comprendere meglio e più a fondo il contesto nel quale si svolgono i fatti.

Atticus Finch è un buon avvocato di una piccola cittadina, ma soprattutto un padre vedovo, che con fatica ma con tanta coerenza prova a trasmettere sani principi ai suoi due figli e al loro amico Dill. Aiutato da Calpurnia, una donna nera che più che essere una ‘serva’ è colei alla quale vengono demandate la maggior parte delle incombenze educative dei ragazzi, riesce a far vivere la famiglia in un clima di cordialità e serenità.

Una serenità che viene travolta quando Atticus si trova ad accettare l’incarico di difendere un ‘negro’ accusato di stupro nei confronti di una donna bianca. Atticus accetta l’incarico suo malgrado, ma poi porta avanti il suo dovere con coerenza e coraggio, nonostante che questo gli comporti la conseguenza di perdere la fiducia e la stima di una parte consistente della popolazione.

Atticus è il padre che ogni ragazzo vorrebbe avere, comprensivo, dialogante, attento; ma è anche il modello di persona integra, che senza vestire i panni dell’eroe riesce a dimostrare con i fatti e con l’esempio la sua rettitudine morale.

Il processo dimostra che l’accusato è palesemente innocente, ma viene ugualmente condannato, in virtù del fatto che la parola del peggiore dei bianchi vale infinitamente di più di quella di un onesto cittadino nero.

Per Scout le persone sono tutte uguali, indipendentemente dal colore della pelle e dai loro trascorsi. Questa sua ingenuità quasi profetica si scontra con la mentalità dominante, ma viene in qualche modo premiata alla fine della storia dall’aiuto che riceve da Boo Ridley, un uomo che vive da recluso da quando era ragazzo e con il quale lei e i suoi giovani compagni di avventura, Jem e Dill, avevano provato a conoscere quando erano bambini.

Il buio oltre la siepe offre ai lettori un quadro ironico ma efficace dell’epoca, della divisione e del razzismo dei bianchi nei confronti dei neri, ma anche dei bassifondi che ci sono anche all’interno della comunità ‘bianca’: degli abissi dai quali questi provano ad emergere spingendo i neri ancora più in basso. Lo stile utilizzato, con il racconto di una bambina che si trova travolta ma mai sopraffatta dagli eventi, è semplice ma mai banale, tanto che più volte mi ha fatto venire in mente la frase del Vangelo che dice ‘se non ritornerete come bambini non entrerete nel Regno dei Cieli’, non conoscerete la verità.

Il buio oltre la siepe non è solo un libro per ragazzi, è un vero e proprio capolavoro che, come tutti i capolavori, non perde mai la propria attualità.

Se la perfezione, anche nei libri, non esiste, in questo caso questo è solo dovuto a qualche pausa di troppo e ad un finale forse non in linea con lo svolgimento di tutta la storia. Ma sono solo piccoli dettagli in un libro davvero superlativo.

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