Saper mediare oggi è visto proprio come un difetto, come l’incapacità di saper imporre le proprie idee: come un segno di debolezza, insomma. Ebbene, io credo di avere delle qualità, nel saper mediare.
Mediare è quella azione che ti porta, nel momento in cui sei spettatore di una discussione o rivesti un ruolo direttivo nei confronti di due o più persone che hanno posizioni diverse, ad ascoltare e a considerare i punti di forza di entrambi i punti di vista e a cercare una soluzione che, se possibile, non sia completamente orientate sulle idee di una sola delle parti in causa. Questa predisposizione porta necessariamente ad una soddisfazione misurata, almeno da una parte, e spesso anche ad una insoddisfazione non sempre ben celata di una delle parti.
Dicevo all’inizio che viviamo in un periodo storico nel quale vanno di moda le idee forti, i pensieri imposti, l’individualismo che porta spesso con sè una scarsa predisposizione a considerare le posizioni degli altri. E’ facile capire come, in un contesto come questo, quella della mediazione non sia vista come un’arte, ma come un’incapacità di farsi rispettare.
Prendiamo la politica: la politica di per sè, mi verrebbe da dire nel suo significato ontologico, è l’arte della mediazione per eccellenza. La politica è, o dovrebbe essere, il luogo della conciliazione di idee diverse su un’idea ‘superiore’, che non sminuisce il valore di quelle originali, ma anzi le rafforza e le fa dialogare. Proprio per questo la politica è o dovrebbe essere il luogo nel quale i problemi vengono affrontati nella loro complessità, senza essere sminuiti o banalizzati.
Ebbene, guardatela oggi, la politica. E’ diventato, spesso, il luogo degli slogan e della semplificazione portata all’eccesso; il luogo nel quale i valori degli altri vengono declassati e ironizzati fin quasi alla derisione.
Oppure, se volete un altro esempio, guardate la pace. Viviamo un periodo di conflitti che rischiano di portarci, molto pericolosamente, verso un nuovo conflitto mondiale. Eppure, vedete tante persone che chiedono una mediazione fra le forze in conflitto? Fosse solo per evitare che questo si espanda, se non per ricercare la pace fra i contendenti. Direi di no, perchè oggi, chi chiede la pace viene automaticamente messo fra le fila del nemico, del debole, se non addirittura del codardo.
Insomma, la mediazione, oggi, non è proprio vista come un valore, una dote. E anche io, che pure sento di avere questa caratteristica, certe volte sono portato a viverla più come un difetto che come un pregio.
Eppure, nonostante tutto, continuo a pensare che davvero saper mediare sia alla base della convivenza, che mediare non voglia dire svendersi o sminuire il valore e la forza delle proprie idee, ma creare le condizioni affinchè il dialogo abbia ragione del pensiero unico, il rispetto trionfi rispetto al tentativo di sottomissione, coloro che hanno voglia di ascoltare le idee degli altri siano sempre di più rispetto a quelli che sono disponibili ad ascoltare solo la propria voce.