Quando rimetteremo la testa fuori da casa dovremo cominciare una faticosa opera di ricostruzione, che richiederà molta attenzione perché avremo, economicamente ma non solo, poco spazio per le cose superflue e dovremo darci delle priorità su cosa e come ricostruire.
Mi piace molto, in questo senso, citare una frase che dice “Non si chiude un abisso con l’aria”. La delusione di questo momento nei confronti di Dio, che ha permesso questo, o del caso, che ci ha così duramente voltato le spalle, dovrà lasciare il posto all’operosità e alla passione nei confronti dell’uomo, del prossimo.
Nel giro di morte provocato da questo virus non ci sono stranieri e autoctoni, ricchi o poveri, privilegiati o vittime; ben pochi sono i Paesi che non hanno dovuto averci a che fare. Questo fatto è in sé, nello stesso tempo, una grande occasione e un grande rischio: l’occasione di lavorare veramente e finalmente insieme per il bene comune, il rischio di intraprendere una inutile e definitiva guerra fra poveri.
Siamo di fronte ad un bivio. (Anche) a noi la scelta.