Leggerezza

“Prendete la vita con leggerezza, chè leggerezza non è superficialità, ma planare sulle cose dall’alto, non avere macigni sul cuore.”

ITALO CALVINO – Lezioni americane

L’incertezza, il senso di precarietà e di impotenza. L’isolamento forzato, l’impossibilità di vedere parenti e amici con la libertà alla quale eravamo abituati. Giornali e tg che, per larga parte, ci parlano della drammaticità del momento elencando i numeri progressivi dei morti e dei posti occupati delle terapie intensive.

Non possiamo sicuramente dire che in questi mesi non abbiamo argomenti per avere quel macigno sul cuore di cui parla Italo Calvino. La spensieratezza è ormai per molti un ricordo quasi sbiadito, del quale riusciamo a provare soltanto una malinconica nostalgia.

Non è il momento della frivolezza, i problemi del presente e purtroppo anche quelli che si prospettano per il futuro sono tali che non avere pensieri sarebbe probabilmente sintomo di stupidità.

Eppure oggi più di sempre abbiamo bisogno di leggerezza, non, appunto, nel senso di superficialità, di un inutile isolamento dal mondo e dalle sue difficoltà, ma riuscire a ‘vedere le cose dall’alto’, riuscendo a non farsi schiacciare.

Già, ma come? Non ho ricette nè soluzioni, ma mi vengono in mente due attività che per me si stanno rivelando utili.

Abbiamo appena detto che le notizie che ci vengono date in questo periodo vertono solo su un unico argomento, non come se fosse il più importante, come effettivamente è, ma come se fosse l’unico di cui occuparsi. Bene, non è così. Certo, guardandoci attorno anche oltre l’argomento Covid, non è che ci siano decine di notizie di cui rallegrarsi. Ma personalmente ho notato non soltanto che se abbiamo voglia di cercare altro riusciamo ogni tanto a trovare qualche ‘buona notizia’, ma anche che soltanto leggendo e approfondendo altri argomenti, anche non necessariamente edulcorati, riusciamo a rimettere nella giusta dimensione, sicuramente importante, ma non esclusiva, il ‘tema centrale’ del momento.

La seconda attività che a me ‘fa bene’ è quella di continuare a fare le cose che mi piacciono e che si possono fare nonostante la limitatezza del periodo: leggere, per esempio, o scrivere. Ma anche tenere i contatti con gli amici, seppure certo con modalità diverse rispetto a prima. E’ vero, sono attività che facciamo ormai da un anno e che ormai spesso ci hanno stancato. Ma, almeno per me, mantenere il contatto con le cose che amo fare mi dà la dimensione di un tempo che va avanti, certamente in modo diverso rispetto a prima, ma con gli stessi punti di riferimento e passioni.

Io però sono fortunato: ho un lavoro che mi consente di mantenere alcune relazioni sociali, ho degli hobby che danno continuità alle mie passioni congiungendo in qualche modo ciò che ero con ciò che sono. Ci sono tante persone che questa fortuna non ce l’hanno, che non hanno modo di coltivare relazioni perchè per loro il distanziamento è un obbligo di sopravvivenza e hanno degli hobbies che non possono praticare. Ci sono situazioni, poi, nelle quali davvero il peso di questo momento, dal punto di vista delle sue conseguenze, sanitarie ed economiche, è davvero troppo grande per poter alzare lo sguardo verso qualsiasi diversivo. In questi casi, davvero, non esistono soluzioni preconfezionate. Sono le situazioni nelle quali non basta l’individuo, ma serve una comunità.

Forse sta proprio qui la leggerezza di cui parla Calvino. Una leggerezza che non è la stupidità di chi disconosce la gravità del periodo, ma di chi riesce a planare dall’alto sui problemi, restando sopra, affrontandoli senza farsi schiacciare. Riuscire a non farsi schiacciare dalla realtà, per capacità o per bravura, consente due azioni imprescindibili in questo momento: quella di riuscire ad immaginare e a intravedere un punto di approdo e a vedere le situazioni nelle quali il macigno è proprio peso e c’è bisogno di qualcuno che condivida lo sforzo. Planare dall’alto, in questo senso, significa non chiuderci in noi stessi, ma riuscire a guardarci attorno, come hanno indicato anche Papa Francesco e il presidente della Repubblica nei lori discorsi di fine ed inizio anno.

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