Fratellanza, concreta e urgente

Leggendo il giornale di oggi mi hanno colpito alcune notizie in particolare: la sofferenza dei migranti respinti nei Balcani, diventati ormai il nuovo muro d’Europa; il nuovo appello ad un equo accesso ai vaccini, affinchè vengano distribuiti anche nei Paesi poveri; gli 800 migranti intercettati nelle acque del Mediterraneo e riportati in Libia; il fatto che nel 2020, con le eccedenze di cibo, sono stati aiutati 1,7 milioni di persone.

Due notizie negative, un auspicio e una notizia fortemente positiva, anche se causata da uno dei grandi drammi del nostro tempo, la diseguaglianza. Ma ciò che ai miei occhi le ha messe insieme tutte e quattro, dandogli un senso, è stata la dichiarazione di Papa Francesco in occasione secondo anniversario del suo incontro, ad Abu Dhabi, con il Grande Imam di Al-Azhar. “O siamo fratelli o crolla tutto”, ha detto il Papa. E ancora: “o costruiamo insieme l’avvenire o non ci sarà futuro.”

Queste e le altre parole di Francesco hanno dato senso ai fatti di cui dicevo perchè sono state la dimostrazione evidente di quanto il documento che suggellò quell’incontro non fu solo una semplice dichiarazione di intenti, simbolica e utopistica, per il futuro, ma l’indicazione della strada da seguire per il presente.

Sappiamo benissimo che la realtà delle migrazioni è estremamente complessa da affrontare, che non esistono soluzioni semplici e, in generale, chi dice di avere la soluzione in tasca mente. La soluzione è certamente complicata, ma diventa impossibile se non mettiamo dei punti fermi. Il primo: i migranti sono persone, sempre, e come tali vanno trattate: farli vivere in dei campi, senza servizi, sommersi dalla neve, privi di qualsiasi diritto o protezione, come sta succedendo adesso nei Balcani, è incivile e disumano. Secondo: l’Europa deve finalmente ricordarsi di essere un continente composto da Paesi civili e affrontare il problema collettivamente e non lasciandolo sulle spalle degli Stati di primo approdo. Terzo: se vogliamo limitare la realtà delle migrazioni dobbiamo affrontare il problema alla radice, e il problema è l’impoverimento di tanti Paesi e la diseguaglianza profonda a livello globale. Se non risolviamo quel problema, il controllo delle migrazioni potrà avvenire soltanto voltandosi dall’altra parte rispetto a quanto succede in altre parti del mondo, molto vicine a noi, ma abbastanza lontane dai nostri occhi. Quarto: rimandare indietro 800 persone in un Paese nel quale non sono tutelati neanche i diritti fondamentali è altrettanto indegno e incivile.

La diseguaglianza è alla base anche degli altri due temi, quello dell’equo accesso ai vaccini e delle persone sostenute grazie alle eccedenze alimentari. Se il mondo di cui parlano Papa Francesco e il Grande Imam di Al-Azhar fosse già quello reale, il problema della distribuzione dei vaccini semplicemente non esisterebbe, perchè fra fratelli non si pone il problema di chi prima degli altri debba accedere alle cure essenziali. In un mondo giusto, non perfetto, semplicemente giusto, le eccedenze alimentari, il cibo in più che alcune persone hanno a disposizione, tanto da buttarlo via, non sarebbero così tante da poter soccorrere quasi due milioni di persone: fra fratelli non esiste la situazione nella quale uno si sfonda di cibo e l’altro soffre la fame.

Eccola qua la concretezza del documento dei due grandi leader religiosi: non il mondo del Mulino Bianco e neanche il diario delle belle intenzioni, ma una road map da seguire quotidianamente, ben piantati nella storia e nel mondo, con l’obiettivo di renderlo un posto migliore in cui vivere.

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