“Togli la maschera. La tua faccia è bellissima.”
GIALAL AL-DIN RUMI
Si mette la maschera quando è più facile andare dietro alla folla che farsi un’idea, anche quando non sappiamo dove sta andando la folla o, peggio, quando la direzione presa non ci piace per niente.
Quando l’omologazione è il tratto distintivo e differenziarsi porta con sè il rischio dell’esclusione. Perchè nel mondo omologato c’è posto per tutti quelli che la pensano come noi, o loro, ma è un luogo parecchio stretto per chi la penso come vuole.
Si mette la maschera quando non vogliamo farci riconoscere, quando il calore del gruppo, della massa, in qualche modo, scalda il gelo di sentirsi inadeguato.
Si riesce a toglierla, invece, la maschera, quando qualcuno ci rassicura sul fatto che la verità non è stata tutta già scritta e che anche la nostra opinione può servire a definirla ed affermarla.
Quando ci si accorge che quelli passati alla storia, più o meno con la ‘s’ maiuscola e più o meno universale, sono quelli che hanno saputo in qualche modo differenziarsi. Ma non con una differenza fine a se stessa, incapace di incidere ma con azioni concrete e finalizzate ad affermare un ideale o a raggiungere un obiettivo.
Si toglie la maschera, infine, quando si riesce ad intuire che il nostro volto e la nostra persona sono unici e irripetibili e che sta a noi dare una senso al nostro passaggio in questa parte di universo.