La Russia sta concentrando le proprie truppe, circa 175 mila uomini, al confine con l’Ucraina, un Paese che fa parte dell’Europa, anche se non dell’Unione Europea.
Quindi, nel continente dei fili spinati, sistemati poco più a nord, fra Bielorussia e Polonia, per non far entrare i migranti che scappano dalla Siria e dall’Iraq, fa più paura qualche migliaio di profughi che la possibile invasione dell’esercito di Putin. Forse perché i migranti hanno solo quel poco che sono riusciti a portare con sé, mentre Putin si presenta con la minaccia del taglio delle forniture di gas, che forse metterebbe in ginocchio il suo Paese, ma molto probabilmente anche l’Europa stessa.
E così il Vecchio Continente si rivela forte con i deboli e debole con i forti. Perché è più facile, comporta un impegno minore e soprattutto, con un pensiero folle e miope, tiene lontano il problema dagli occhi e dalle menti dei cittadini dell’Unione. Almeno per ora.