Pensieri intorno al ‘progresso’

Cos’è il progresso? Davvero è solo avere cose in più o soddisfare bisogni spesso appositamente creati per “vendere”, più o meno letteralmente, quelle stesse determinate cose?

Il progresso, se giustamente inteso, dovrebbe portarci ad un miglioramento delle condizioni e della qualità della vita. Ma anche qui: della vita di chi? Di tutti o solo di alcuni privilegiati? Perchè possiamo fare tutte le discussioni del mondo, ma credo sia chiaro a tutti che una parte minoritaria della popolazione mondiale vive in condizioni di benessere anche, o soprattutto, perchè utilizza risorse di cui viene molto spesso derubata quella parte di popolazione che è costretta a vivere in una condizione di povertà o di assoluta indigenza.

Non importa andare dall’altra parte del mondo per averne la prova: i rider che per pochi spiccioli sfidano il traffico, il maltempo e in certi casi la morte per portarci il cibo direttamente in casa sono la dimostrazione di una società malata, nella quale la ricerca di comodità ha portato a chiudere gli occhi anche di fronte allo sfruttamento più evidente, pur di averla garantita.

Uscendo da casa nostra, ma facendo un altro esempio che ci riguarda direttamente in modo drammatico: un mondo che sprofonda in maniera così generale verso la guerra, dall’Ucraina alle due Coree per proseguire in molti Paesi africani, e in non pochi casi verso l’incubo dell’utilizzo delle armi atomiche, quel mondo lì in progresso o in un terribile regresso? E, se è in regresso, perchè?

Ecco, io credo che al di là delle momentanee sconfitte o saltuarie vittorie elettorali, un partito, un movimento, un’associazione o più semplicemente un gruppo di persone che voglia minimamente definirsi progressista debba assolutamente confrontarsi con queste domande. Chiedersi cos’è il progresso, se si può definire tale una situazione che condanna alla sofferenza la maggior parte dell’umanità, se questo può in qualche modo disgiungersi dalla giustizia sociale o se invece non possa fare altro che procederci a fianco; se progresso è la comodità di pochi o la dignità di tutti.

Queste e molte altre sono domande ineludibili, se non vogliamo perdere il senso delle parole e dei valori con i quali amiamo descriverci.

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