Siamo tutti un po’ malati. E non solo di claustrofobia, in questo periodo. Questo tempo di incertezza ci mette davanti il fatto che la nostra vera malattia è la paura di mettere in discussione le nostre certezze, il nostro strapuntino sul mondo. Alla fine, come cantava Guccini, “ognuno vive i suoi egoismi vestiti di sofismi”, nei quali le formalità, o più spesso il formalismo, dietro le quali ci trinceriamo, sono solo un alibi per non aprire le nostre porte agli altri. Eppure l’incontro è proprio la cura, e forse ce ne stiamo davvero accorgendo in questi giorni di isolamento forzato.