Sarà perchè sono sempre stato una ‘buona forchetta’ e praticamente non ho cibi che non mi piacciono, ma ho sempre amato le cene con gli amici nelle quali ognuno porta qualcosa da mangiare. Di queste feste enogastronomiche, oltre al fatto che c’è varietà e abbondanza di cibo, mi piace soprattutto che ognuno valorizza ciò che sa fare meglio, e magari scopre di sapere fare qualcosa di buono, e che si crea un bel clima di condivisione, grazie al quale il peso della preparazione non è lasciato solo sulle spalle del padrone di casa ma è ‘in carico’ a tutti.
Consapevolezza dei nostri talenti, valorizzazione della diversità, condivisione. Alla fine posso dire che amo questo tipo di cene perchè rappresentano la realtà che mi piace; quella nel quale mettere a disposizione le nostre ricchezze e i nostri talenti crea un’abbondanza che mancherebbe completamente se ognuno stesse confinato nel proprio spazio.
Condividere le proprie capacità non crea soltanto un bel clima, ma migliora la qualità della nostra società, perchè ci fa passare dallo stile di vita ‘delegante’, nel quale la nostra sensazione di non essere in grado di dare un contributo diventa un alibi per delegare le situazioni importanti agli altri, anche per poter dire in caso di risultati negativi “io non c’ero” o, peggio, “io lo avevo detto”, ad una corresponsabilità, ad una condivisione delle scelte e delle conseguenze. Anzi, ancora di più: il clima positivo che si crea in questi momenti ci porta ad alleggerire il peso di chi eventualmente sbaglia. Così come in una cena nella quale ognuno porta qualcosa, nessuno si permetterebbe mai di criticare una pietanza venuta male, perchè si riconoscerebbe prima di tutto l’impegno nel garantire il benessere di tutti, allo stesso modo, nel nostro impegno quotidiano, quando regna la condivisione, tutti arrivano a prendersi carico dell’errore di uno.
Condividere, insomma, ci rende più belli e ci rende più consapevoli delle nostre capacità e ci aiuta a vivere con gioia.