Si dice che il peggio della crisi economica conseguenza del Covid arriverà dopo l’estate, quando le aziende in crisi, terminata la fase di cassa integrazione potranno licenziare il personale in esubero. Già oggi però succede che i gestori dell’usura 2.0 prestino soldi a piccoli imprenditori o commercianti in crisi di liquidità pretendendo in cambio che i loro figli vadano a lavorare gratuitamente per un’azienda ‘amica’ a loro collegata. L’usura che conoscevamo era quella che utilizzava metodi estremamente spicci per riavere indietro i soldi prestati a tassi esorbitanti: minacce, angherie ogni giorno più grandi, incendi dei locali e via a salire. Oggi, se possibile, il livello di strozzinaggio è ancora più terrificante e meschino perchè mette in mezzo direttamente i figli, i giovani, i minori. La notizia è trapelata dal quotidiano Avvenire su segnalazione del responsabile di una delle associazioni di categoria del napoletano. Ovviamente chi ha fatto queste confidenze al dirigente non ha fatto nomi e quindi per ora si parla di fatti senza nome, di reati senza colpevoli.
Ma questo episodi ci chiama in causa, ognuno di noi, perchè attiene non solo alla giustizia, ma anche alla dignità umana e al modo nel quale sta insieme una comunità che si riconosce. E’ molto strano che chi parla ogni giorno di sicurezza non abbia preso subito una posizione pubblica forte su questi argomenti, forse perchè il nemico in questo caso è ben più forte e potente di qualche disperato. Eppure è proprio in queste situazioni che si misura il livello di sicurezza di un Paese: quelle nelle quali si assicura ai bambini il diritto di vivere la loro età. ai ragazzi di formarsi, agli adulti di lavorare in modo dignitoso. Il periodo è difficile e non si sono soluzioni a buon mercato, ma il primo ingrediente da non disperdere è quello di non fare passi indietro nella tutela della dignità della persona e nella lotta alla criminalità, quella vera.