Una mia amica ha appena messo su Facebook la foto di due biglietti per un concerto che si terrà il 25 luglio del prossimo anno. Fra sette mesi, quindi. Un gesto, un acquisto, quasi scontato, banale fino ad un anno fa, ma oggi rivoluzionario e carico di un significato profondo.
Leggendo quel post e guardando quella foto mi è venuta in mente una frase della Canzone della bambina portoghese di Francesco Guccini, nella parte in cui dice: “quel vizio che ti ucciderà non sarà fumare o bere, ma il qualcosa che ti porti dentro, cioè vivere.”
Abbiamo un bisogno morboso (un ‘vizio’) di vivere, di sentirci e vederci vivere. E tanto più lo abbiamo in un periodo nel quale viviamo un senso di profondo e costate disagio, di inquietudine dovuta alla preoccupazione per la situazione che stiamo vivendo, per il pericolo di ammalarsi o di vedere ammalare i nostri cari e per l’incertezza sul futuro e sul disastro economico e sociale che questa situazione sta portando e porterà con sè.
E’ per questo che abbiamo bisogno di sollievo, abbiamo bisogno di non piegarci a questo ‘oggi’ così complesso e di scommettere in un ‘domani’ migliore, di credere in un futuro nel quale potremo tornare a fare le cose che amavamo, magari non subito allo stesso modo, ma almeno con la stessa passione e in sicurezza.
E allora quale scommessa migliore di un concerto: la musica, che sa esprimere sensazioni e sentimenti meglio di tante parole, e insieme ad una comunità che si riconosce in quel messaggio.
In quale mondo vivremo il 25 luglio del prossimo anno? Saremo fuori dal tunnel o ancora in mezzo al guado? Non lo sappiamo, nè io nè la mia amica. Ma il suo semplice gesto di ‘ottimismo‘, come lo ha descritto lei nel post, ha dato un orizzonte di sollievo anche al mio ‘vizio di vivere’.