
Ieri pomeriggio mi è capitato di fare una lunga camminata con un caro amico che non vedevo da tempo. Ci eravamo incrociati qualche giorno fa e ci eravamo promessi di vederci, per aggiornarci sulle nostre reciproche situazioni, lavorative e personali. E così ieri, invece di chiuderci in ufficio, abbiamo deciso di ‘fare il punto’ attraversando la città verso ovest.
E’ stato il momento giusto, dopo tanto, per parlare di progetti e di idee, personali e collettive; e questo è stato il primo grande regalo che questo amico mi ha fatto: in un periodo così difficile, parlare di un futuro possibile e vedere i primi frutti di un lavoro che si realizzerà nel tempo, oltre a dare speranza, trasmette la sensazione, quanto mai importante, che possiamo, anche oggi, non fermarci al quotidiano, ma sognare ciò che vorremmo avvenisse.
Mentre stavamo tornando nel luogo dove ci eravamo incontrati e dove io avevo lasciato l’auto, questa persona, che è decisamente più giovane di me, mi ha raccontato di aver appena acquistato una casa nella quale di qui a breve andrà a vivere con la sua compagna. “Vorremmo non perdere tempo e avere dei figli, – mi ha detto -fosse per me lo vorrei anche ora.” Ripenso stamattina, che è la festa del papà, a questa frase uscita di getto, che mi ha fatto sorridere ma che non mi ha stupito, conoscendo la sua spontaneità che non perde mai per strada sensibilità e profondità. Ci penso stamattina e mi dico che è proprio un pensiero bellissimo e coraggioso. Coraggioso perchè se già il pensiero di avere dei figli era già abbastanza controcorrente qualche anno fa, lo è ancora di più oggi, quando la pandemia ci ha bloccati in un distanziamento, non solo fisico, ma anche mentale nei confronti dei nostri sogni; quando l’incertezza è diventata una compagna di viaggio che non riusciamo a tenere lontano, quando il lavoro, se abbiamo la fortuna di averlo, dobbiamo tenerlo stretto consapevoli che la certezza del posto non fa ormai più parte del nostro orizzonte professionale.
Il suo pensiero, oltre che coraggioso, è bellissimo, perché i figli trasformano la vita, in dei momenti anche complicandola, ma rendendola sempre più piena, vera, condivisa. Sono quel progetto, o per meglio dire qual cantiere, che rimane sempre aperto, unico, non solo perchè non chiude mai, ma anche perchè il nostro lavoro, seppur importantissimo, non completa mai la sua realizzazione. E proprio in questo limite sta l’unicità del progetto di vita: il progetto è il nostro, ma quella vita no; dobbiamo accompagnarla e sostenerla, ma è altro da noi.
E allora il pensiero di oggi per la festa del papà, oltre che per il mio di padre, è per questo amico che ancora padre non è, ma che avrà un figlio fortunato, perchè già atteso e voluto.