Se si vuole avere uno sguardo completo sul decadimento della politica, dell’etica pubblica e del rispetto nei confronti del lettore, ascoltatore ed elettore, non basta vedere il video di ieri di Beppe Grillo in difesa di suo figlio, accusato di stupro insieme a degli amici nei confronti di una ragazza, bisogna anche avere la pazienza di leggere le prese di posizione successive dei massimi rappresentanti del Movimento di cui è a capo.
Partendo dal video, il comico prestato alla politica prende le difese di suo figlio, cosa di per sè anche umanamente comprensibile, dicendo, chiaramente in maniera consapevole, cose completamente false o spudoratamente vergognose. In primo luogo che, se fosse evidente la colpevolezza di suo figlio e dei suoi amici, questi stessi dovrebbero essere stati arrestati, come se non esistessero dei requisiti oggettivi per poter procedere all’arresto nella fase delle indagini, che evidentemente sono stati ritenuti inesistenti in questo caso. Nel video Grillo lascia addirittura intendere che la ragazza che avrebbe subito la violenza avrebbe aspettato troppo a presentare denuncia: otto giorni, contro i sei mesi previsti dalla legge. Da ultimo, per rafforzare la sensazione di chi ascolta di essere di fronte ad un delirio, dice addirittura che i quattro ragazzi coinvolti sono soltanto dei ‘coglioni’, facendo passare un’accusa di stupro, ovviamente da provare, e a questo servirà il processo, come una bravata di quattro ragazzi un po’ viziati e abituati ad avere tutto dalla vita.
Se il video non fosse stato sufficiente a spingere in basso il suo autore, a completare l’opera ci hanno pensato le dichiarazioni dei suoi fedelissimi in Parlamento e nel Movimento. A cominciare da Di Battista, che si è affrettato ad affermare di capire la reazione di un papà, per continuare con Paola Taverna, la quale, stavolta da mamma, si è detta vicina a Beppe Grillo e per finire con Vito Crimi il quale ha sottolineato come Grillo sia in questo momento “un uomo, un padre, che sta vivendo un dramma.”
Ora, al netto del fatto che è sicuramente vero il fatto che Grillo, da padre, starà vivendo un dramma e che è più che comprensibile che persone a lui legate gli esprimano umana solidarietà, alcune considerazioni sono doverose.
Innanzitutto il fatto, sottolineato da molti, che reagire a questa sofferenza utilizzando la sua posizione di opinion leader per far passare messaggi consapevolmente fuorvianti e alcuni addirittura offensivi è eticamente vergognoso.
In secondo luogo il fatto che la solidarietà di cui si parlava, nei suoi confronti, viene manifestata dalle stesse persone che, in casi diversi, ma comunque con presunti reati commessi da familiari di esponenti politici, nei quali gli stessi non entravano assolutamente niente, avevano aggredito i malcapitati attaccandoli come degli squali, favorendo e assecondando false e strumentali sovrapposizioni fra le vicende processuali dei parenti e quelle politiche degli stessi.
Conclusione. In dei momenti, anche per le persone importanti e conosciute, sarebbe importante che il dolore e la sofferenza restassero sentimenti personali da vivere privatamente. E che il fan club, almeno in questo periodo, si limitasse all’ambito politico. Il silenzio, in dei momenti, è il miglior alleato.