Ho la fortuna di vivere in quella che era la casa dei miei nonni materni. Una casa alla quale sono profondamente affezionato fin da piccolo e nella quale ho sempre sognato di vivere con la mia famiglia e i miei figli. Sì, fra i sogni realizzati questo lo metterei di sicuro fra i primi.
Proprio perchè ‘vivo’ questa casa fin da quando sono nato, ricordo molti dei cambiamenti che sono avvenuti in queste stanze e posso ripercorrere in ognuna di essere ciò che erano prima e i ricordi che ci sono legati.
La camera di Nicholas e di Cisse, per esempio, quando c’erano ancora i miei nonni era la sala da pranzo. A dir la verità ho un vago ricordo anche del periodo precedente, quando era una stanza buia, che io ricordo senza finestre, nella quale venivano sistemate le cose che non si usavano più. Perchè a quei tempi, a differenza di adesso, non si buttava via niente, memori e consapevoli dei tempi duri della guerra nei quali mancava anche il necessario per vivere.
Se il ricordo della stanza buia è però abbastanza vago, quello della sala da pranzo è molto nitido. Il tavolo al centro della sala, la vetrina addossata ad una parete in fondo; entrambi, tavolo e cucina, sono adesso a casa di mio fratello, anche loro segni di una continuità familiare.
Nella stanza accanto, dove adesso c’è la lavanderia, c’era la cucina. Era proprio da lì che la domenica arrivavano i rumori e i profumi della preparazione in corso.
Ecco, pensando alla sala da pranzo il ricordo più nitido non è fisico ma è, per così dire, immateriale: i profumi. Sì perchè mia nonna materna era davvero un’ottima cuoca. Era brava proprio a fare tutto: le lasagne, la carne, soprattutto il pollo e il coniglio, i dolci. Proprio grazie ai suoi dolci, credo, nella mia famiglia, per linea materna, siamo molto ghiotti e fra una pizza o una schiacciata e una pasta o un dolce sappiamo bene cosa scegliere.
Fra tutti i profumi e le immagini che posso ricordare, ce n’è uno che associo in modo indelebile a mia nonna e a quella stanza: le crocchette di patate.
Grandi più o meno come una susina, croccanti, sono sicuro di non averne più mangiate così saporite. E, dicevo, il profumo: un profumo fragrante, allettante ma nello stesso tempo semplice, di cose buone e genuine. Un odore di domenica, di famiglia riunita per il pranzo, a raccontarci quello che era successo durante la settimana, aspettando l’inizio delle partite, a quel tempo tutte giocate rigorosamente di domenica pomeriggio.
Ancora oggi, entrando in camera di Nicholas, mi sembra di sentire quel profumo. Ancora oggi, quando nel menù di un ristorante trovo le crocchette di patate, è molto difficile che le ordini, perchè sono sicuro che non sentirò lo stesso profumo e lo stesso sapore.