I can’t breathe

Non si respira con un ginocchio sul collo, non c’è motivo di tenere un ginocchio sul collo di una persona in manette; non c’è motivo di tenerlo quando siete in quattro e lui è da solo. “Get him in the car”, dicono i passanti. L’ovvio come consiglio, “mettilo in macchina”, come ultimo appello all’umanità di chi dovrebbe proteggere la sicurezza di tutti e che invece sta appoggiato allo sportello con un ginocchio piantato nel collo di George. Chissà cosa aveva fatto George Floyd, 46 anni, nero, per meritarsi di stare sdraiato con un ginocchio sul collo, per non meritarsi neanche di essere arrestato, di essere condannato. Le immagini dell’arresto, quelle precedenti a lui sdraiato per terra, sembrano descrivere uno sbandato, già in manette, praticamente inoffensivo. Forse era pericoloso, sicuramente era nero. Come sono lontani i tempi di Obama presidente, della rivincita dei neri nei confronti di un passato crudele, di speranza verso un futuro di uguaglianza. Colpa di Trump, allora? No, certo. Certo che almeno un pensiero, una parola, da parte del twittatore seriale sarebbe stata gradita. Ma forse è troppo impegnato nella battaglia con chi gli ha praticamente dato del bugiardo in diretta ‘social’ mondiale.

Chissà cosa avrà pensato George prima di morire, se avrà sperato nell’aiuto di qualcuno, magari di qualcuno di quelli che hanno filmato la scena, e grazie ai quali abbiamo potuto anche noi vedere l’orrore, ma che non hanno alzato un dito per difenderlo. O forse avrà sperato in un momento di umanità da parte del poliziotto. “Get him in the car”.

E il poliziotto cosa avrà pensato? Gli occhi che guardano verso la telecamera sono occhi tranquilli, di chi non ha dubbi su quello che sta facendo, di chi si sente sicuro nonostante i tanti occhi addosso. Chissà se avrà pensato che anche questo è un uomo. E che il suo potere che scaturisce dall’uniforme non gli dà il potere di piantare un ginocchio nel collo di un uomo disarmato.

Restano tre parole, “I can’t breathe”, e un uomo sdraiato per terra, senza vita.

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